Sabato 13 Maggio 2023
Il presidente della Commissione speciale per la Riforma, Riccardo Arena, ha illustrato, nel corso della sessione del Consiglio nazionale dell’Ordine tenutati il 3 e 4 maggio, gli orientamenti generali che stanno maturando a seguito del lungo e proficuo lavoro svolto dai commissari e dal confronto con tantissimi soggetti del mondo dell’informazione e del giornalismo.
La Commissione si avvia verso la definizione di un documento che dovrà essere oggetto di discussione nel Consiglio; nel frattempo, Arena ha anticipato alcuni aspetti della proposta, anche se ancora da definire nel dettaglio. Un’attenzione particolare riguarda la necessità di delineare i percorsi di accesso in modo che siano aderenti alla realtà attuale, caratterizzata da un ecosistema digitale ormai diffuso e articolato e dalla presenza crescente delle grandi piattaforme, non ultime quelle dell’intelligenza artificiale anche nel campo della produzione di contenuti per i media.
Un punto di partenza è la necessità di una adeguata preparazione culturale di base per poter avviare il praticantato giornalistico, per cui potrebbe essere utile prevedere il possesso di una laurea almeno triennale. Discorso analogo per i canali di formazione ove, fermo restando quelli attuali, si potrebbe prevedere anche l’istituzione di una vera e propria laurea in giornalismo; anche se per questo sarebbero molti i soggetti da coinvolgere. È comunque emerso come in Italia manchi un percorso formativo universitario per la professione giornalistica, percorso che, in ogni caso, dovrebbe essere svolto in stretta cooperazione e con la supervisione dell’Ordine. Un altro punto considerato qualificante riguarda l’equiparazione alla preparazione di base prevista per le altre professioni: almeno un quinquennio – compresa la laurea triennale – è il periodo minimo ipotizzato.
Sul tema la discussione in Consiglio è stata ampia ed appassionata, anche nella parte relativa ai pubblicisti. Anche per loro si discute della possibilità di richiedere una laurea triennale come requisito per l’iscrizione all’albo, così come della necessità di un percorso formativo propedeutico durante il biennio che precede l’iscrizione all’Ordine.
Il dibattito sta per entrare nel vivo, nella consapevolezza che la decisione finale spetta al legislatore a cui, però, il Consiglio nazionale intende presentare in tempi ragionevoli una proposta complessiva di riforma della legge 69 del 1963 istitutiva dell’Ordine. La parola torna alla Commissione speciale, che proseguirà il suo lavoro per mettere a punto quelle che al momento sono ipotesi di lavoro.
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