Sabato 01 Aprile 2023
Il legislatore deve adeguare la normativa nazionale in materia di diffamazione a mezzo stampa.
È quanto richiesto nel documento votato all’unanimità dal Consiglio nazionale dell’Ordine, presentato dal gruppo di lavoro Informazione e giustizia, composto dai consiglieri Gianluca Amadori, Riccardo Arena, Oreste Lo Pomo, Pierluigi Roesler Franz.
Il testo è in linea con quanto sancito dalla Corte Costituzionale con la sentenza 150 del 2021 e dai numerosi pronunciamenti emessi dalla Corte europea dei diritti dell’uomo, secondo la quale la previsione del carcere non è compatibile con l’art. 10 della Convenzione europea, così come non lo sono sanzioni pecuniarie troppo elevate, in quanto costituiscono una ingiustificata limitazione alla libertà di stampa.
Secondo il Cnog, la riforma della normativa sulla diffamazione deve affrontare e risolvere alcune tematiche, al fine di tutelare l’attività giornalistica, come il dolo specifico, l’avvenuta pubblicazione della rettifica, l’eventuale possibilità di replica, un limite al risarcimento, un termine di prescrizione breve per l’esercizio dell’azione civile, la creazione di un “giurì d’onore” in seno all’Ordine nazionale, una norma per contrastare il fenomeno delle querele temerarie e la tutela del segreto professionale anche ai pubblicisti.
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