Sabato 29 Agosto 2020
L'assemblea annuale dell'Ordine dei giornalisti ha approvato il conto consuntivo 2019 e il bilancio preventivo 2020.
Un’assemblea annuale generale anomala riproposta dopo il blocco delle attività a marzo in seguito ai divieti imposti dall'emergenza sanitaria.
L'assemblea, infatti, si è svolta nel rispetto delle misure sul distanziamento interpersonale.
«Questa assemblea – ha dichiarato il presidente Piero Ricci – è anche l'occasione per tirare le somme di questi tre anni di consiliatura. Il bicchiere, per usare una metafora, appare mezzo pieno. Sul piano delle relazioni istituzionali, siamo particolarmente fieri del lavoro svolto con il sistema delle aziende sanitarie locali su impulso della Regione Puglia che ha permesso di avviare un percorso di selezione di addetti stampa, pubblico e trasparente. Non sempre l'interlocuzione è stata proficua come in questo caso. Ed è singolare che nell'ambito del sistema di aziende e agenzie che ruotano intorno alla Regione Puglia, vi siano sacche di resistenza nel prevedere nei bandi di selezione per addetti stampa o di professionalità comunque legate all'informazione, il requisito minimo dell'iscrizione all'Ordine dei giornalisti".
Il presidente ha parlato della gestione degli Uffici durante e dopo il lockdown, gli sforzi per assicurare continuità e i problemi dovuti alla cancellazione di eventi formativi sostituiti da quelli online. "Se la sfida del giornalismo perché sopravviva allo tsunami della rete è quello della qualità – continua Ricci – va da sé che la soglia di attenzione dell'Ordine bisogna alzarla sempre di più sul fronte dell'accesso. Essere ancora più severi nell'esame delle pratiche di iscrizione".
La presidente Sisto, poi, fa un accenno alla deontologia professionale che molto spesso viene dimenticata dai colleghi: « Alcuni colleghi cadono nell'errore di sdimenticare il loro ruolo di giornalisti sui social network, dove credono di poter scrivere di tutto dimenticando le norme deontologiche che devono guidare il nostro lavoro e la nostra vita. Si è sempre giornalisti, allo stadio come sui social, lo dice il Testo Unico di deontologia.".